sabato 29 agosto 2020

Helter Skelter

Cominciamo con la doverosa premessa che i fatti e i colloqui che riporto in questo articolo sono il risultato di interrogatori processuali, inchieste giornalistiche ed altro ancora. Alcune parti potrebbero essere andate diversamente o non essere avvenute affatto ma dopo molti anni si è giunti ad una verità dei fatti principali su cui c’è diffuso accordo.

Il sabato del 9 Agosto 1969 è una giornata calda e soleggiata. In casa — una villetta al 10050 di Cielo Drive a Los Angeles — Sharon Tate è sola. Il marito Roman Polanski, famoso produttore cinematografico, è a Londra per seguire le riprese di un suo film. La coppia figli non ne ha ancora, ma il primo dovrebbe arrivare tra poco: Sharon è incinta di 8 mesi. La villetta nella tarda mattinata comincia ad animarsi. Arrivano la domestica e subito dopo l’imbianchino che avrebbe dovuto lavorare alla cameretta del futuro figlio. Alle 11 di mattina la domestica — Winifred Chapman, una signora di colore — mentre sta lavorando sente Sharon che risponde ad una chiamata. “Roman sta ancora lavorando a Londra. Sono preoccupata che non riesca a tornare per il suo compleanno, il 18, ma mi ha assicurato che dovrebbe arrivare, se tutto va bene, il 12”, le aveva poi detto dopo aver posato la cornetta.

Verso mezzogiorno arrivano due amiche dell’attrice e mangiano insieme. Poco tempo dopo se ne vanno e si presentano Abigail Folger e Wojciech Frykowski, presenze praticamente fisse in casa Polanski quando il marito è in giro per lavoro. I tre si mettono d’accordo per passare una serata insieme. Non una festa vera e propria, Sharon è incinta e si stanca facilmente. Decidono di invitare anche il “parrucchiere delle star“, il giovane ed ex fidanzato dell’attrice Jay Sebring. Il pomeriggio passa stancamente. Abigail prende la macchina e va a comprarsi una bicicletta e poi alla 16:30 ha il suo consueto appuntamento con la psicologa. Anche Wojciech, la domestica e l’imbianchino se ne vanno in rapida successione. Sharon — rimasta sola — si addormenta.

Nel tardo pomeriggio Jay prende la sua porsche e si dirige a casa Polanski. Alle 20 si presenta alla porta il fattorino con la bicicletta appena comprata da Abigail. Jay va ad aprire e, dopo essersi fatto spiegare per cosa è venuto, gli dice: “Mettila dove vuoi, dietro al garage va bene”

Arrivano anche Abigail e Wojciech. I due — sebbene si sia deciso di fare serata tranquilla — si sono portati delle pasticche di MDA, la droga “nuova” che gira a Los Angeles. Comuque sia, niente di straordinario. Fuori per un boccone. Ritorno a casa presto. Qualche canna di marijuana e poi tutti a letto. Una serata che per l’ Hollywood degli anni 60 si potrebbe definire “noiosa“.

Vicino alla villetta di Sharon c’è una dépendance. Viene usata da William Garretson il “tuttofare” del complesso di villette che si trovano nella via. Mentre torna da Sunset street — dove aveva comprato le sigarette e da mangiare — nota che nella casa dell’attrice le luci sono accese. Sono indicativamente le 22. Sempre a tarda sera Steve Parent, un giovane ragazzo di 18 anni, prende una radio sveglia della Sony, se la mette in macchina e parte in direzione cielo drive per cercare di riverndere la radio a William.

In un’ altra dimensione ma sempre intorno a tarda sera, allo Spahn ranch la famiglia Manson ha appena finito di cenare. Charles Manson prende da parte Tex Watson e tre ragazze, Susan AtkinsPatricia Krenwinkel e Linda Kasabian, e gli dice: “Vestitevi di nero, andate a prendere la pistola e i coltelli. Prendetevi anche un cambio di vestiti. Tu, Linda prendi anche la tua patente.” Mentre Charlie e Tex discutono fittamente tra di loro, le ragazze vanno a prendere vestiti e armi. I ragazzi salgono in macchina. Prima di partire Charlie si affaccia da un finestrino posteriore e dice alle ragazze di fare tutto quello che dice Tex e di comportarsi “da streghe“.

Durante il viaggio Tex dà a Linda i coltelli e la pistola — una Longhorn calibro 22 — avvolti in un sacchetto e le dice di tenerlo sotto il sedile. Durante la mezz’ora del viaggio non parla praticamente nessuno. Solo Tex dice che dovranno andare in una casa che lui conosce bene. Nulla di più, nulla di meno. Verso mezzanotte arrivano a cielo drive. Parcheggiano la macchina poco distante dal cancello di ingresso della villetta di Sharon Tate. Tex prende una tronchese dalla macchina e si arrampica per tagliare i cavi del telefono diretti al complesso residenzale. Prendono le armi e gli zaini con dentro i cambi di vestiti e si dirigono verso il cancello. Potrebbero aprire premendo il pulsante di apertura vicino al cancello (non c’è combinazione o campanelli) ma farebbe troppo rumore. Allora camminano lungo la staccionata che limita la casa e, notato un punto dove si riesce a scavalcare agevolmente, si intrufolano dentro. La scena è da film. Le ragazze, con lo zaino, scalze e con il coltello tra i denti, scavalcano la staccionata insieme al ragazzo. Una volta entrati si dirigono nel vialetto che porta verso l’abitazione.

Steve non è riuscito a vendere a William la radio sveglia. E’ rimasto per una birra, ha salutato, preso la macchina e si è diretto dal vialetto principale verso l’uscita. I quattro della famiglia Manson vedono le luci della macchina e Tex, dopo aver detto alle ragazze di nascondersi, va incontro a Steve e gli fa segno di fermarsi. Punta la pistola verso il lato del guidatore. “Non dirò niente. Per favore, lasciatemi andare”. Fa in tempo a dire solo questo il giovane ragazzo, poi partono quattro colpi di pistola. Watson, dopo aver ucciso il guidatore, spegne il motore della macchina e la spinge — facendosi aiutare dalle complici — verso il bordo della strada. A Linda dice di rimanere fuori; di nascondersi per vedere se arriva qualcuno.

Tex, Susan e Patricia — camminando velocemente — passano il garage, la piscina e, seguendo il vialetto di pietra, arrivano davanti all’entrata principale della casa. Il ragazzo nota una finestra poco vicino e entra da lì; da dentro apre la porta e fa entrare le due complici. Una volta entrati si dirigono verso una camera grande e notano un uomo sdraiato sul divano che dorme. E’ Wojciech. Forse perchè ha il sonno leggero, forse perchè i tre hanno fatto dei rumori, l’uomo su sveglia. “Che ore sono?” chiede, probabilmente pensando sia un invitato di Sharon arrivato mentre lui dormiva. E come risposta Tex gli punta la pistola e gli intima: “Stai zitto e non ti muovere!”. Wojciech, cominciando a svegliarsi : “Ma cosa vuoi? Chi sei?”. E Watson: “Sono il diavolo e sono venuto a fare il suo lavoro!”

Tex ordina a Susan di fare un sopralluogo in caso ci fossero altre persone nella casa. In una camera vede Abigail sveglia, intenta a leggere un libro. Le due donne si guardano, si sorridono e si scambiano un saluto con la mano. Procedendo la ragazza vede in un’ altra camera Sharon sdraiata sul letto e Jay seduto sul bordo che parlano tra di loro. Questa volta non viene vista e ritorna da Tex per riferirgli la cosa. Decidono di legare con una corda Frykowski e di andare a prendere gli altri armati di coltello. I quattro residenti si trovano ora nella sala insieme agli intrusi. La tensione è altissima ma pensando si tratti di una rapina Sharon e i suoi ospiti decidono di seguire gli ordini che vengono dati. Quando però Watson intima a tutti di sdraiarsi a terra a pancia in giù, Jay si rifiuta dicendo che la donna è incinta e non può. Come risposta riceve una scarica di proiettili. A quel punto il panico si diffonde.

Le due donne si mettono a gridare. Abigail dice: “Vado a prendere i soldi. Non fateci del male”. Susan l’accompagna a prendere il portafoglio e si fa dare 72 dollari. La carta di credito però la rifiuta. Quando ritornano Tex stava passando una corda intorno al collo di Wojciech e con la stessa corda e sempre facendola passare sul collo stava legando la Tate. Appena arriva Abigail anche lei viene legata e la corda viene appesa da un’estremità sul tetto, costringendo i malcapitati a stare in piedi per non soffocare. Tex dopo aver ordinato a Susan di accoltellare Wojciech urla verso le vittime: “Morirete tutti”. Avendo ormai capito che lo scopo non era la rapina ma qualcosa di più fatale, le vittime cercano di liberarsi. Mentre Susan si avvicina con il coltello, Wojciech riesce parzialmente a liberarsi e i due cominciano una lotta. Abigail riesce a slegarsi e cerca di fuggire.

La confusione è totale. Tex accorre in aiuto di Susan e colpisce ripetutamente Frykowski in testa con il calcio della pistola. La vittima riesce comunque a scappare ma viene raggiunto e accoltellato svariate volte fino a che non muore sull'erba fuori dall'abitazione. Prima dell'inseguimento Watson aveva detto a Susan di "occuparsi" di Sharon. “Lasciami stare. Per favore. Voglio solo avere il mio bambino”. “Zitta stronza! Non mi interessa, non ho la minima pietà per te!” Mentre si svolgeva questo surreale ed inquietante botta e risposta tra la Tate e Susan, Patricia stava lottando e accoltellando Abigail; Tex, vedendola in difficoltà, l’aiuta. Anche lui questa volta usa il coltello (la pistola si era rotta dopo aver colpito in testa Wojciech). Susan non riesce ad accoltellare Sharon che cerca di divincolarsi e interviene nuovamente Watson che sferra poche ma tremende e fatali coltellate al petto della povera ragazza incinta.

I tre killer escono in cerca di Linda che intanto — sentendo le urla — si era avvicinata alla casa. La chiamano — non a voce troppo alta ovviamente — per andarsene. Mentre sono in cerca di Linda vedono Abigail poco distante che, strisciando per terra, coperta di sangue, cerca per quanto possibile di allontarsi dalla furia omicida. La finiscono. A quel punto Tex dice a Susan di andare dentro e scrivere qualcosa con il sangue di una delle vittime. La ragazza rientra. Dentro ormai c’è un silenzio totale. Quando si avvicina a Sharon sente il gorgoglio del sangue. Prende un asciugamano e lo intinge. Si dirige verso la porta principale e lì scrive con il sangue “Pig“. I tre trovano Linda e si dirigono verso la macchina per scappare.

Durante il tragitto si cambiano e buttano i vestiti usati e le armi dalla macchina. Arrivati al ranch trovano Charlie con la sua inseparabile chitarra e le sue inseparabili ragazze. Charlie si avvicina e dice: “Avete fatto presto”.

https://movimentocaproni.altervista.org/blog/helter-skelter-2

lunedì 10 agosto 2020

La tempesta sta per arrivare velocemente

 Il primo omicidio della famiglia Manson

Aaron Stovitz (Vice procuratore distrettuale): “Pensi che uccidere sia sbagliato?”

Mary Brunner (Membro Comune Manson): “Penso che o è sempre sbagliato o è sempre giusto. Non ci sono vie di mezzo”

AS: “Con questo intendi le uccisioni nelle guerre e cose del genere?”

MB: “E le camere a gas nelle prigioni, cose come queste”

(Interrogatorio Mary Brunner per l’omicidio di Gary Hinman, Dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles, California, 6 Aprile 1969)

Con questa inconsapevole — per l’interrogata — ma emblematica perla nichilista si riesce ad intravedere un altro motivo per cui alcuni membri della famiglia Manson da giocosi e innocui hippie siano potuti diventare “killing machines”. Di motivi che hanno contribuito alla rabbiosa e oscura paranoia collettiva della comune divenuta setta — come ovvio che sia nelle situazioni particolari — ce ne sono stati altri, sia sociali che personali: società americana in trasformazione, guerra in Vietnam, estremismo culturale, giovani oppressi da un fanatismo bigotto presente in molte famiglie americane, situazioni familiari instabili, razzismo dilagante e spesso semi-istituzionalizzato. Insomma come è, perchè sia successa una cosa del genere, non è argomanto banale. Il movente di atti criminali è già difficile da trovare per singole persone figuriamoci per un gruppo. Così come è difficile conoscere gli obiettivi di una comunità molto chiusa. Cercherò di formulare alcune conclusioni nell’articolo finale di questa serie. Perchè poi questa escalation sia potuta succedere proprio in questa comune — anche questo — è un interrogativo interessante. Con molta probabilità il passaggio da comune a vera e propria setta ha fatto sì che gli appartenenti alla stessa “allineassero” acriticamente il proprio pensiero con quello del del loro guru.

Ma passiamo ai fatti.

E’ il 25 Luglio 1969 Charles Manson — sempre bisognoso di soldi per le sue “attività” — si rivolge a tre suoi compagni di comune: Bobby BeausoleilSusan Atkins e Mary Brunner. Dice loro di andare a casa di Gary Hinman a “prendere dei soldi“. E qua siamo già alla prima divergenza riguardo al movente. Tra interrogatori, interviste, ritrattazioni, inchieste giornalistiche, spesso siamo in presenza di testimonianze diverse, quando non contraddittorie. Da una parte viene affermato che Manson voleva che Hinman — come del resto avveniva per tutti gli altri membri della cosidetta famiglia — cedesse tutti i suoi averi materiali alla comune, e per questo aveva mandato qualcuno a ricordarglielo. Dall’altra si pensa ad un scambio di pillole di mescalina scadente venduta da Hinman a Beausoleil e a sua volta rivenduta al gruppo di motociclisti Straight Satans per una loro festa. Avendo verificato la scarsa qualità delle pillole, i motociclisti si rivolsero a Beausoleil per avere indietro i soldi.

Quale che sia il vero movente fatto sta che i tre — Bobby, Susan e Mary — si presentano alla porta di casa di Gary. Questi ogni tanto si faceva vedere allo Spann ranch e aveva contatti con Manson. Era un musicista e si stava convertendo al buddismo. Inoltre era amico di Bobby in quanto per un periodo di tempo avevano vissuto insieme proprio nella casa dove avvenne l’omicido.

Del tutto tranquillo Hinman, fa entrare i suoi “amici” e cominciano a parlare del più e del meno. E’ venerdì sera.

Ad un tratto Bobby tira fuori la pistola e dice a Gary di dargli tutti i soldi che ha. Hinman però afferma che a casa non ha soldi ma li ha sul conto corrente controfirmato da suo padre e non puoi prenderli senza il suo consenso. I tre aggressori — non sapendo come comportarsi — telefonano al ranch per parlare con Manson e gli dicono che “Gary non sta cooperando“. Verso le due di notte arriva Charlie Manson, accompagnato da un altro membro della comune: Bruce Davis. Dopo pochi secondi Charlie, con una piccola spada, ferisce il povero musicista e in pratica gli apre l’orecchio in due. Dopo questa performance se ne va e rivolgendosi a Bobby dice: “Ti ho fatto vedere come si comporta un uomo. Adesso fatti dare i soldi!“. Manson e Davis escono e tornano al ranch.

Per due giorni i tre rimangono in compagnia di Gary e cercano in tutti i modi di convincerlo. Durante la “prigionia” il musicista tenta una fuga ma viene intercettato e ha luogo un combattimento in cui viene ancora ferito. In questi due giorni la situazione rimane stabile, si potrebbe dire surreale, con Susan che va a fare la spesa (?!) e che risponde al telefono (?!) facendo l’accento inglese per non destare sospetti. Ad un certo punto Susan e Mary cercano di ricucire l’orecchio di Gary con ago e filo. La situazione vira verso l’assurdo — stiamo comunque sempre parlando non di killer professionisti — ma è oramai chiaro che non si sbloccherà in ogni caso. Bobby telefona nuovamente a Manson e indicativamente il colloquio si chiude in questo modo:

Bobby: “Continua a non cooperare. Oramai ha visto troppo. Come mi comporto?

Charlie: “Sai quello che devi fare!

E’ domenica. Beausoleil si avventa contro Hinman e lo accoltella al petto. Due volte. Scrivono con il sangue della vittima “Political Piggy” (maiale politico) e disegnano una zampa di pantera, ovvio rimando al simbolo dei Black Panther.

(Le scritte all’interno della casa di Gary Hinman, 1969)

Prima di uscire di casa sentono la vittima rantolare rumorosamente. Prendono un cuscino e lo mettono sopra il viso per far sì che nessuno potesse sentire i rumori da fuori. Gary Hinman muore. I tre aggressori, una volta usciti, tornano al ranch.

Arresto di Bobby Beausoleil

Come già scritto, non essendo killer professionisti, la confusione regna sovrana. Bobby torna due giorni dopo nel luogo del delitto per cancellare l’eventuali impronte lasciate dopo il primo “lavaggio” della Domenica. Cerca — non riuscendoci del tutto però — di cancellare anche le scritte col sangue sul muro che aveva fatto insieme alle due fanciulle. Il 31 Luglio alcuni amici di Gary scoprono il cadavere ed avvertono la polizia.

Qui c’è un video che mostra la casa e il suo accesso. Nella breve intervista viene appunto detto della scoperta della vittima e che all’interno sono distinguibili evidenti segni di lotta.

(Ritrovamento del cadavere di Gary Hinman, Associated Press, 31 Luglio 1969)

L’arresto di Bobby avviene il giorno 6 Agosto 1969. E’ un evento tra il comico e il tragico.

I tre aggressori, dopo aver ucciso Hinman, avevano rubato le tre macchine in possesso della vittima. Il musicista — che non aveva di certo problemi economici — aveva anche una FIAT Station Wagon del 1965. Nei vari atti del processo non ho trovato il modello esatto. Comunque sia, Bobby utilizza la FIAT per i suoi spostamenti nei giorni successivi. Questa è una foto del presumibile modello della macchina.

(FIAT Station Wagon Modello 1100-D, 1965)

Beausoleil ferma la macchina e si addormenta. All’interno c’è ancora il coltello utilizzato per l’omicidio. Si accosta un’auto della polizia. Veloce controllo: la macchina risulta rubata e il proprietario è stato ucciso pochi giorni prima. Viene trovato un coltello e una carta di credito che Bobby dice essere di un amico ma che risulta anch’essa rubata. Alla domanda sul perchè si trova alla guida di una macchina non sua, risponde che due persone di colore gliel’hanno venduta per 200 dollari.

Dopo questa conversazione, Bobby viene portato subito alla stazione della polizia per accertamenti. Durante gli accertamenti si scopre che ha dato anche un nome falso: Jason Lee Danials.

Il giorno dopo viene arrestato. Nella sua prima dichiarazione afferma che era andato a casa di Gary, che lo aveva trovato ferito e che lo stesso gli aveva riferito che erano stati tre uomini di colore ad aggredirlo. Si era fatto dare le chiavi della macchina. Infine se n’era andato.

A parte l’assurdità di una persona che entra a casa di un amico, lo vede ferito e si fa prestare le chiavi della macchina, è interessante notare come il lavaggio del cervello di Charles Manson sull’Helter Skelter e sulla guerra tra razze fosse introiettato già nella coscienza dei membri della comune. Oltra all’evidente volontà di far ricadere l’omicidio sulle Pantere Nere, si nota come la carta razziale viene giocata continuamente da Beausoleil. Prima dichiarando di aver acquistato l’auto rubata da due persone di colore e poi affermando di aver sentito dall’amico Gary che l’aggressione era stata fatta da tre neri. Inoltre c’è da dire che durante l’interrogatorio di Mary Brunner, la stessa confermerà che le scritte sui muri erano state fatte con l’esclusivo scopo di sviare le indagini ed indirizzarle verso l’organizzazione politica delle Black Panthers. Mary diventerà in seguito la testimone principale che, dopo essersi garantità l’immunità per i soli fatti legati a Gary Hinman, sarà fondamentale per la condanna di Bobby al processo.

(Mary Brunner intervistata durante il processo Hinman, 1970)

Che Manson credesse veramente alla teoria Helter Skelter o che la utilizzasse al solo scopo di soggiogare e manipolare i compagni della sua comune non sembra essere importante. La paura di essere circondati e di essere prossimi ad una guerra razziale che lascierà ben pochi sopravvissuti sarà comunque il movente principale utilizzato dalla procura per provare la cospirazione ed includere in tutti gli omicidi Charles Manson come capo della comune e mandante degli omicidi.

Visto che se n’è parlato molto, non posso non mettere la canzone. Il pezzo è del 1968, si chiama naturalmente “Helter Skelter” e fa parte dell’album “The Beatles“, anche conosciuto come white album, il nono registrato dal gruppo.

(Helter Skelter – The Beatles, 1968)
https://movimentocaproni.altervista.org/blog/la-tempesta-sta-per-arrivare-velocemente