domenica 27 settembre 2020

Alcuni dati sulla Liguria

 Come si sa alle regionali Liguri ha vinto Toti del centrodestra sulla coalizione formata dalla sinistra e dal M5S di Sansa. Tutto come previsto. Conosco bene la Liguria avendoci vissuto in gioventù e ho ancora amici con cui mi confronto in merito alla situazione politico-sociale del posto. Ad essere sincero oramai ci capito raramente e quindi non sono molto aggiornato sugli eventi specificamente politici Liguri. Ma qualcosa so e ricordo.

Ho sentito molti commentatori dire che Toti ha vinto principalmente per la tempistica della costruzione del ponte. Aperto al traffico giusto prima delle consultazioni regionali. Essendo figlioccio del berlusca ed avendo lavorato in tv conosce bene tempi e modi della propaganda moderna ma il suo successo non è dovuto, secondo me, principalmente al ponte. O almeno non è la causa principale. Prima di tutto fino all’ultimo il centrosinistra non è riuscito a trovare nessun candidato degno da opporre. La sconfitta era insita già nel fatto di aver dovuto chiedere al M5S di “prestare” un candidato alla sinistra. Non c’era letteralmente nessuno della classe dirigente progressista a Genova e in Liguria disposto a correre per queste regionali. Nessuno. In più Toti ha saputo lavorare (dal punto di vista del suo elettorato) bene sul territorio. Lavorare sul territorio è un modo di dire politichese che sta per “spostare soldi” da un posto ad un altro, da una classe sociale ad un’ altra. In Liguria i soldi sono arrivati nelle zone migliori lasciando quelle più disagiate e povere alla deriva. E questo si è rispecchiato anche nel voto.

Fatta questa premessa del tutto personale è ovviamente di parte, passerei ai dati. Quello che conta per me è il numero di votanti che un partito riesce a convincere. Non tanto le percentuali. In altre parole un partito o leader è tanto più forte quanto riesce a far alzare il culo dal divano ad un cittadino e portarlo al voto. Prendo i dati delle regionali del 2015 e del 2020, le politiche del 2018 e le europee del 1029. Sono elezioni, tutte, imparagonabili. Anche le due regionali — che potrebbero essere paragonate — sono di difficile lettura perché nel primo caso c’erano tre poli, nel caso del 2020 due poli.

Partiamo dal numero di elettori dei tre poli delle ultime quattro tornate elettorali. Il totale per le regionali tiene conto anche delle liste del presidente e di quelle civiche. I dati delle politiche del 2018 si riferiscono alla sola camera. Non pretende di essere uno studio dei flussi elettorali ma solo di dare un’ idea di cosa succede in Liguria a livello politico.

 

Lista Regionali 2015Politiche 2018Europee 2019Regionali 2020
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CDX226.710320.644351.701383.053
Lega+FI+FDI194.057312.776351.701208.434
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Lega109.209171.352251.696107.340
FI68.286108.90757.88733.006
FDI16.56232.51742.11868.088
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CSX183.272207.071242.389216.784
CSX+M5S265.506
PD+S++EUR+EV242.231242.389165.776
PD+M5S173.308
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PD138.257169.766185.260124.586
Sinistra16.14838.08316.14815.451
Lista +EUR-IV16.546
Parito +EUR29.12922.649
Europa Verde5.25318.3329.193
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M5S163.527259.264122.53648.722

Sotto il link alla tabella in formato grafico per una lettura migliore.

Già dalla tabella si capisce come il centrodestra sia maggiormente strutturato del centrosinistra. Lasciando perdere la penosa alleanza PD-M5S alle ultime amministrative, la sinistra è un continuo viavai di partiti che si alleano, poi si staccano, cambiano nome, ritornano. Il centrodestra ha tre partiti — lega, FI, FDI — che corrono sempre insieme, sempre gli stessi. Questa situazione di frammentazione e confusione alla lunga si paga. E infatti la confusione della sinistra — o per meglio dire della parte progressista del panorama politico — è evidente e si tocca con mano ad ogni risultato elettorale.

Questo l’andamento dei tre poli nelle quatto tornate elettorali in numero di elettori.

(clickate l’immagine per ingrandire)

Nel seguente grafico l’andamento dei cinque maggiori partiti: PD, Lega, FI, FDI, M5S. Il primo e il quarto valore ovviamente risentono dei voti sottratti dalle liste dei candidati e delle varie liste civiche.

(clickate l’immagine per ingrandire)

Adesso alcune curiosità. Si è sempre detto che la Liguria — e Genova in particolare — fossero zone rosse. Come risulta evidente non è più così. Ci sono però ancora zone rosse che, ancora nell’ultima elezione, si sono dimostrate tali. Sono principalmente i luoghi di tradizione operaia, nel ponente soprattutto. Inoltre anche le zone portuali sono rimaste di sinistra ancora oggi. Basta pensare al centro cittadino nel porto di Genova e a Voltri.

Nel comune di Genova la situazione ha subito un continuo cambiamento. Il M5S è il partito che è stato il più ondivago. E’ passato da 72.310 voti nelle regionali del 2015 a 47.080 nelle europee per poi arrivare a soli 19.166 elettori. Quei voti dove sono andati a finire? Non sulla Lega, né sul PD. Almeno non in modo massiccio e compatto. Questi due partiti hanno un andamento simile, con un vantaggio numerico del PD. La lega è passata nelle due tornate elettorali amministrative dal 2015 con 32.632 votanti ad oggi con 28.820. Il PD è passato da 48.641 a 45.491, sempre nelle stesso periodo di tempo e sempre a Genova. Durante le europee del 2019 i numeri dei due partiti sono ovviamente più alti: 70.663 per la lega, 77.044 per il PD.

Come dicevo a Genova la differenza tra ponente (zona industriale rossa) e levante (zona turistica ricca) continua ad esserci, non con una divisione netta e precisa al kilometro ma questa immagine lo illustra abbastanza bene.

(clickate l’immagine per ingrandire)

Le zone rosse sono principalmente Voltri, Crevari, Sestri Ponente. Anche la zona del Valpolcevera (vicino al ponte nuovo) è risultata con una maggioranza di sinistra. Ci sono delle eccezioni, comunque. A Cornigliano ad esempio, zona industriale per eccellenza (c’è l’ILVA) è risultato vincente Toti ed in alcune sezioni della Valpolcevera anche (qui probabilmente ha giocato molto la propaganda sul ponte). In centro città, dove c’è il porto (zona porto antico) Sansa è arrivato a percentuali del 61.12%. E qui bisogna dire due cose veloci sulla immigrazione. A Cornigliano, negli ultimi tempi sono arrivati molti stranieri, principalmente dal’Uruguay. Il luogo è lasciato a sé stesso e gli stranieri sono quasi ghettizzati. L’integrazione non è stata fatta. Di contro, nel centro storico, ci sono molti stranieri, qui principalmente africani, che si sono integrati. Lavorano, hanno spesso negozi propri e fanno parte del tessuto sociale cittadino. Questo per dire che l’immigrazione senza integrazione è un regalo per le destre. L’integrazione se fatta bene dà i suoi frutti, ma bisogna avere la volontà politica e la capacità tecnica di farla. Nei famosi vicoli del centro storico la sinistra è spesso vincente. Arriva al 55.28% proprio nella sezione dove c’è la famosa via del campo. In via del campo c’è una puttana, cantava De Andrè. E ancora qualcuno di sinistra.

Uscendo da Genova, vorrei fare un ringraziamento anche ai sei compagni di Portofino che hanno votato a sinistra. Qui Toti è andato tranquillo verso l’88,5%. Poi dicono che è pieno di radical chic. L’unico paese delle cinque terre a La Spezia di sinistra è Riomaggiore: Sansa ha vinto con il 59,2%.

Imperia per la sinistra è stato un disastro. L’unica sezione dove la destra non ha vinto è stata nella zona di Terzorio, dove però lì il successo non è andato alla sinistra di Sansa ma ad Aristide Fausto Massardo che era sostenuto da Italia Viva di Renzi. Per dire. Il riepilogo di Imperia spiega molto bene dove la sinistra ha perso di più in Liguria.

(clickate l’immagine per ingrandire)

In definitiva è andata come ci si aspettava. Il centrosinistra, invece di provare improbabili alleanze con i populisti, dovrebbe cercare maggiore chiarezza. Anche il mondo Ligure progressista deve trovare a sinistra e al centro del PD due partiti stabili e duraturi nel tempo, altrimenti si crea solo confusione nell’elettorato.